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10. ELLIOTT E LE ALTRE TEORIE DI ANALISI TECNICA

Analisi dei cicli.

L’andamento ripetitivo delle onde avvicina molto la teoria di Elliott a quelle cicliche. Egli però concede poca importanza al fattore tempo, ponendo invece particolare attenzione sulla forma e sull'ampiezza delle onde. Queste possono essere ampliate o compresse nel tempo ma devono comunque rispettare la forma del modello di base. Il Wave Principle può essere molto utile nel predire cambiamenti nella lunghezza dei cicli, che talvolta sembrano svanire nel nulla con scarso o nessun preavviso. Ad es. il ciclo di 4 anni è stato visibile nel mercato USA per tutto il dopoguerra, ma l'evidenza di una sua esistenza anteriore è molto flebile. In termini di Elliott, la sua esistenza è provata per le onde di SuperCycle 2,3 e 4 ma non per la 1. Ora, vista la similarità esistente tra 1 e 5 quando la 3 si estende, a partire dalla fine della 4 ci si deve attendere una struttura più semplice, con cicli più corti. In altre parole, i cicli possono essere costanti all'interno di singole onde, però all'iniziare di una nuova onda l'analista deve stare attento a cambiamenti di periodo. Il Wave Principle rivela che il mercato riflette più le proprietà di una spirale che quelle di un cerchio.

Analisi tecnica classica.

La teoria di Elliott non solo prova la validità dell'analisi grafica, ma può aiutare l'analista a decidere quali formazioni sono le più significative. Il triangolo è riconosciuto come fenomeno intra-trend, il concetto di wedge è simile a quello di triangolo diagonale ed ha le stesse implicazioni. Bandiere e pennant sono zigzag e triangoli. I rettangoli sono di solito doppi o tripli "three", i doppi massimi sono normalmente causati da flat, i doppi minimi da 5 troncate. Gli H&S possono essere visti come normali top di Elliott (prima spalla High 3, testa High 5, seconda spalla High B, neckline tra Low 4 e Low A), H&S che non funzionano come flat irregolari (prima spalla High 5, testa High B, seconda spalla una sotto-onda della C, neckline tra Low A e Low C, quindi il trend riparte). Le trendline e i canali sono utilizzati in modo simile in entrambi gli approcci, i supporti e resistenze sono evidenti nella normale progressione delle onde e nei limiti attesi per bear markets (es. min della 4 funziona come supporto a maggiori cali). Il chart reading classico è un approccio valido ed utile per i singoli titoli, tuttavia applicarlo agli Indici è come obbligarsi ad utilizzare utensili di pietra nell'era tecnologica. Gli indicatori classici sono spesso molto utili nel giudicare il momentum del mercato e il background psicologico che di solito accompagna ogni tipo di onda. Gli indicatori della psicologia degli investitori (short selling, call/put ratio, market polls) raggiungono estremi alla fine delle onde C, 2 e 5. Gli indicatori di momentum rivelano cali nelle 5 e nelle B di flat irregolari, creando divergenze di momentum. L'utilizzo di questi strumenti è consigliato come aiuto per contare correttamente le onde, ma non si deve contare solo su di loro ed ignorare conti sicuri delle onde, con forti riflessi sui prezzi.